Il Consiglio intitola l’Aula a Giancarlo Siani

Venerdì 18 marzo è stata una giornata bella e significativa per Napoli e la Campania: il Consiglio Regionale della Campania ha infatti voluto intitolare l’Aula alla memoria di Giancarlo Siani, giornalista ucciso dalla camorra ormai più di 30 anni fa.

Ecco il video del mio intervento

Mentre questo invece è il testo.

“Grazie Presidente. Un benvenuto a tutti, in particolare agli studenti. Confesso una certa emozione per quest’occasione.

Ieri, rileggendo alcuni degli articoli di Giancarlo che sono raccolti in questa bellissima collana, c’è stato dentro di me come un tuffo nel passato, perché ero presente insieme a migliaia di ragazzi in una delle manifestazioni che vengono raccontate da Giancarlo, quella del 20 ottobre 1984 a Torre Annunziata. In quegli anni frequentavo un liceo che era qui vicino, il IX Liceo Scientifico a Gianturco, poi Piero Calamandrei, nel cuore della zona orientale di Napoli. Dicevo un tuffo nel passato perché quelli erano gli anni, come ha detto bene la Presidente D’Amelio, in cui il potere criminale si faceva largo, con violenza e con terrore, dentro i gangli dello Stato, dentro le Pubbliche Amministrazioni, condizionava l’economia, inquinava la finanza, violentava la libertà nei nostri quartieri e nelle nostre città. Ma accanto a questo, anche per esperienza personale, quegli anni furono contraddistinti da uno straordinario protagonismo di una giovane generazione, di ragazze e di ragazzi, di studenti di Napoli e Provincia che diedero vita all’Associazione degli studenti napoletani contro la camorra.

Per me, come migliaia di ragazzi a quell’epoca, quell’Associazione fu il terreno per iniziare un impegno civile e civico molto bello e molto pregnante dal punto di vista del coinvolgimento; poi tanti tra di noi hanno scelto ed hanno incontrato nel corso della loro vita la politica, i partiti, l’impegno sindacale, hanno costruito il proprio privato, la propria dimensione lavorativa e professionale. Quegli anni, quella stagione, quell’esperienza degli studenti napoletani contro la camorra rimangono una bellissima pagina di partecipazione, di denuncia, di iniziativa e di proposta. Quella gioventù e quella generazione, pur non essendo ancora al tempo dei social network e di Facebook, aveva già capito che l’indignazione di fronte ai fatti criminali non poteva durare il tempo di un like, ma che di fronte a quella violenza, a quella arroganza, a quella pervasività della cultura camorristica bisognava contrapporre la cultura della legalità, del bene, della bellezza, della libertà della nostra vita, di noi cittadini, di noi ragazzi. E, a nostro avviso, questo passava per un lavoro enorme, che nasceva e si faceva soprattutto tra i banchi di scuola, in una scuola che doveva funzionare bene, in una scuola possibilmente aperta anche di pomeriggio, che fosse capace di aprirsi ai quartieri e al territorio in cui era, che sapesse rompere le mura che recintavano quell’edificio, che sapesse parlare al mondo della cultura, del lavoro, del non lavoro, del disagio e della sofferenza sociale. E ricordo molto bene che la piattaforma politica in preparazione di quella straordinaria manifestazione di Torre Annunziata, dopo l’ennesima strage, il 20 ottobre 1984, la costruimmo a Napoli, in Via Strettola Sant’Anna alle Paludi, presso la sede dell’allora federazione dei lavoratori metalmeccanici: quell’Associazione aveva un rapporto vero, autentico, con il mondo delle fabbriche e il mondo del lavoro in tanti cantieri edili della città e nella Provincia. Un rapporto forte e bellissimo che è stato efficace in quegli anni ed ha rappresentato il bisogno di una “rete” di cui sentiamo fortemente la mancanza in questi anni.

La piattaforma politica di quella manifestazione si racchiudeva, come ricorda Giancarlo nel suo articolo, in 3 parole: questione morale, lavoro e scuola.

Ecco, qui c’è lo spazio della nostra insufficienza, perché se dovessimo convocare domani mattina una manifestazione degli studenti o delle forze civiche contro la camorra, probabilmente metteremmo al centro della nostra piattaforma e del nostro messaggio proprio “questione morale, lavoro e scuola”. Evidentemente, qui c’è il segno di un’insufficienza, di risposte che sono rimaste largamente inevase o fortemente insoddisfacenti, se oggi quel tema e quella piattaforma politica ritornano ad essere drammaticamente attuali.

C’è il nostro ruolo, la nostra funzione, perché la questione morale ritorna ancora più drammaticamente attuale non solo dentro la politica, dentro i partiti e dentro le istituzioni, ma anche nei comportamenti di tanti oltre i partiti, oltre le istituzioni e oltre la politica; perché si fa fatica ad essere credibili nella battaglia alla criminalità organizzata, al contrasto delle baby gang se poi nei quartieri più difficili della nostra città, penso alla Sanità, non c’è un asilo pubblico, un nido comunale; perché si fa fatica ad essere credibili contro la camorra se non costruiamo opportunità più solide, più forti, più certe, più futuro per i nostri giovani di fronte alla concretezza dell’iniziativa criminale nei confronti di tanti ragazzi a cui dobbiamo necessariamente tendere ascolto e offrire un’opportunità.

Assumiamo, come istituzione regionale, l’impegno a investire risorse significative su progetti per tenere aperte tutto il giorno le nostre scuole, nelle città campane e soprattutto nei quartieri più difficili e più esposti, così da creare dei presidi di legalità e di socialità per sottrarre le giovani generazioni napoletane dalla prospettiva della criminalità.

Per tanti motivi questa occasione diventa straordinariamente importante non solo perché intitoliamo quest’Aula a Giancarlo, e perciò il ricordo, la memoria, diventano ancora più vivi sotto la nostra pelle; ma perché, come ha detto la Presidente D’Amelio, la targa la mettiamo nel posto più visibile nell’Aula, non solo per quelli che partecipano ai lavori in Consiglio, ma per le tante telecamere, i tanti giornalisti che raccontano il lavoro di quest’Aula. E questa targa dovremmo provare a meritarla di più e meglio nel corso del tempo, perché ci impegna tutti un po’ di più, indipendentemente dalle responsabilità, dalle funzioni che svolgiamo qui. E poi perché, voglio ricordare, abbiamo bisogno di recuperare quello straordinario protagonismo di quella generazione anche in memoria di Giancarlo Siani.

La legge 39 del 6 maggio del 1985, quella alla quale faceva riferimento la Presidente del Consiglio, fu una legge che per la prima volta recava, come promotore, un soggetto associativo: l’Associazione degli studenti napoletani contro la camorra.

Finanziammo, in quegli anni, importanti attività di studio e di ricerca delle nostre scuole, fondamentali per ricostruire un quadro di conoscenza e anche il terreno di un’indignazione collettiva.

L’appello è che quelle buone pratiche, quelle buone prassi, quell’idea bella di comunità che non si rassegna, possa ritornare a vivere, e questo cammina sulle spalle e sulla responsabilità di chi amministra, di chi è dentro l’istituzione, di chi fa sindacato, di chi fa impresa, di chi fa associazionismo, ma trova forza e vigore sulle spalle e nelle gambe di una giovane generazione che negli anni passati ha fatto raccontare di sé, di un popolo che non si piega al ricatto, alla violenza, alla rassegnazione, ma che trova il coraggio di continuare ad indignarsi”.

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